giovedì 18 febbraio 2016

Eroina, Eroina!

Quelle immagini mi incasinavano la testa, faticavo a ricordare dove fosse il bagno di casa. La confusione mi mangia viva: non riesco a mettere i piedi dentro le scarpe perché mi sono schiaffata due grammi in vena. L’operazione che sto per compiere richiede una certa dose di esperienza, mi sento un quadro di Monet messo al contrario, e vedo soltanto fiori che cadono. Ce l’ho fatta, la prima manovra l’ho compiuta. Cazzo, ho dimenticato di mettere i calzini. Smonto quegli aggeggi pieni di lacci e saliva di cane e ci riprovo, stavolta va bene, me lo sento. Questa roba è davvero forte, io sono un tipo sveglio quando si tratta di droghe. 
Non mi faccio rifilare la solita merda che circola per le strade. Stavolta è quella buona, sento esplodere quel marroncino violento sui miei occhi. E’ tutta una festa qui, ragazzi, ve lo assicuro. Gira tutto, cazzo! Vengo da sola, ve lo assicuro. Sono la mia macchina del sesso. Era questo il miglior ricordo della mia dipendenza da ero. Non che avessi subito cominciato con le robe pesanti; in quel periodo mi facevo solamente qualche spinello di provincia. Che meraviglia la vita quando ti fai di hash. Le robe pesanti mi provocavano nausea. Non che gli spinelli mi avessero portato al consumo degli stupefacenti di prima categoria, merda, quella è tutta una leggenda. Ho avuto la sfortuna di incontrare solamente spigoli.
Eroina, eroina! Erano le mie bacchettate sulla schiena del mondo. Datemene ancora, datemene cento dosi per cento giorni diversi. Accovacciatevi accanto a me, stronzi. Chiedetemi se sto bene o sto per morire come un pesce all’ultima ripresa. Raramente mi capita di pensare al mio aspetto prima dell’unica magia. Le poche volte che mi accorgo di avere una famiglia, sono costretta a predisporre la marchiatura. Che male, ragazzi, che male! Riesco a sbriciolare il sangue, lo rigurgito, lo faccio a polpettine e diventa il mio frutto afrodisiaco. 
Sono proprio fottuta. Quel coglione mi ha lasciato qui ed è andato in un centro di disintossicazione, si è fatto spedire come un pacco espresso dai suoi genitori. Lui aveva cominciato con la coca, la droga dei ricconi. Con quella ti caghi sotto, ti sanguina il naso.  La differenza tra un’eroinomane e un cocainomane è il denaro. Riccone contro consumatrice di sostanze da secondo premio. Chi vince?
Tutto sotto controllo, ve l’ho detto che sarebbe finita bene. Sono io che mi immagino con gli occhi a penzoloni, spremuta sotto il sole che spinge. 


Emanuele Scaduto

(nel video "I don't like the drugs (but the drugs like me), Marilyn Manson)



8 commenti:

  1. deduco che tu sei una donna drogatissima..... ahahahahaah
    gd

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  2. Ma cu è questo puscier che ti dà la 'ddroga così buona! Miiii, lo voglio conoscere! Hai ragione, prima una bella ddoccia, poi una arancina accarne e poi all'urtimo una bella dose di 'ddroga questa che dici tu!!!! Chi ddici, ci facciamo assieme?

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  3. questo pezzo è bellissimo. Mi pace come è scritto e cosa trasmette. Il testo della canzone recita : a me non piacciono le droghe , sono le droghe a cui piaccio io...


    P.S. ...meglio un'arancia alla carne...Poi come le faccio io sono impareggiabili

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  4. Brano accentratore, non dico altro. Al prossimo ne discutiamo...
    Ciao Bamba

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  5. Eggrazzie! Di arancine 'a carne' ne mangerei a decine.

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  6. Spremuta sotto il sole che spinge.
    Una frase racchiude tutto.

    Il pezzo lo conoscevo, inutile dire che lo apprezzai abbastanza.

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  7. Che bravo; che accumulo di elementi, in una sola andata...all'inferno dove le bacchettate sulla schiena dei dannati non mancano...lei pensava invece di darle "sulla schiena al mondo"

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