Non
avrei mai pensato di morire da sola.
Com'è,
a due giorni dal tuo compleanno? Il buio. Non ci sono candeline, non
ci sono fiori né parenti a festeggiarti. Avrei dovuto saperlo. Il
suicidio non è qualcosa per cui comprare una torta.
E non
venitemi a raccontare la solita storia, per piacere. "Si è
ammazzata perché è stata adottata. Veniva dalla Russia, aveva sei
anni. Evidentemente non si è mai ambientata al cento per
cento".
Idiozie. Qualunquismi buonisti di chi non vuole
vedere la verità.
Quello era mio padre.Così
tanto, che aveva già assunto il ruolo del siciliano geloso. Non
potevo uscire. Avevo sedici anni, ma non mi sentivo uguale alle mie
amiche. Se telefonava un ragazzo scoppiava l'inferno, si metteva a
gridare ed io, faccia a terra, dovevo inventare una scusa e chiudere.
Mi seguiva. A ricreazione non potevo andar fuori come facevano tutti
gli altri. Dovevo restare rintanata a scuola, perché lui era lì
vicino che controllava.
Così ho preso
quell'arma. Ce l'avevo in casa. È
facile trovarne una, se tuo padre è un ufficiale.Ho
preso il mio tempo, ho fatto di fretta.
Suonavano i Nirvana quando ho puntato la pistola sul cuore. Sì, il
cuore. Quel giovane cuore stanco che già a sedici anni e
trecentosessantatré giorni non ne voleva più sapere. OK, io non ero
affatto malata. Cioè, non fisicamente. Ma alla mia età impedirmi di
uscire è come impedirmi di respirare. Perciò ho concluso questa
manfrina sterile che era diventata la mia vita ed ho avvicinato la
canna al cuore.
Spesso avevo pensato, magari nei momenti più bui,
che mi sarei uccisa già solo per vedere quanta gente sarebbe venuta
al mio funerale. E c'era, ce n'era eccome. Non come se avessero
chiamato la stampa e trasformato un semplice suicidio adolescenziale
in un caso nazionale, ma ce n'era. Magari erano venuti perché spinti
dallo scandalo, dalla solita voglia di essere parte della storia, ma
non tutti. C'era la mia classe, e la mia migliore amica Angela.
Lei
poi è tornata. Sulla mia tomba, con altre due ragazze. Quel giorno
pioveva a dirotto e lei non ha voluto prendere l'ombrello. Era
colata, ma chissà come le lacrime che le rigavano il viso si
vedevano lo stesso.
C'era una scritta sulla mia lapide. A margine,
come una nota di Word. "La tua morte improvvisa e inaspettata
lascia un vuoto profondo nel cuore dei tuoi cari", o una cosa
del genere. Insomma, il concetto era quello. Lei la legge, poi passa
un dito su: "Inaspettata", e ce lo lascia. Copre quella
parola. Si gira verso le altre due ragazze che la accompagnavano, le
guarda. La vedo anch'io. Ce l'ha a morte con mio padre, che avrebbe
dovuto impedire che succedesse. Se fossi stata viva, e avessi visto
la scena un mese prima, sarei stata d'accordo con lei. Ma lo sguardo
dei miei nei giorni immediatamente successivi la mia morte non l'ho
più scordato. Mio padre parlava della differenza tra il morire e il
perdere la vita. Mia madre stava zitta.
Per favore, dite alla mamma che non è colpa sua.
L'altra ragazza, una di quelle che accompagnava Angela. Una notte mi ha sognata, mi ha vista.
Ridevo più forte di tutti, chi l'avrebbe mai detto?
Ero in cima ad una scala, nemmeno io so perché. Da viva non amavo moltissimo le altezze. Forse mi trovavo lì perché nessuno mai mi avrebbe più raggiunta.
Per favore, dite alla mamma che non è colpa sua.
L'altra ragazza, una di quelle che accompagnava Angela. Una notte mi ha sognata, mi ha vista.
Ridevo più forte di tutti, chi l'avrebbe mai detto?
Ero in cima ad una scala, nemmeno io so perché. Da viva non amavo moltissimo le altezze. Forse mi trovavo lì perché nessuno mai mi avrebbe più raggiunta.
Sola, completamente a pezzi. Così me ne
sono andata.
Ho avvicinato la pistola al cuore, poi ho
sospirato.
E premuto il
grilletto.
Elena Spina
La
canzone cui il pezzo si ispira, "Adam's Song", è dei Blink
182, un estratto dall'album "Enema of the State", del 1999.
Cliccare qui per ulteriori informazioni.
La storia di cui
sopra, invece, è assolutamente vera. Io sono una delle ragazze che ha
accompagnato "Angela" alla tomba della nostra amica.
Questo racconto lascia i brividi. È ciò che un adolescente non dovrebbe mai vivere. Ottimo pezzo
RispondiEliminaAntonio Mineo
È vero, ben scritto: questa storia è davvero da brividi. E molto triste è stato pure assistervi, seppur non troppo da vicino
EliminaPost bello e toccante, ancora di più trattandosi di una storia vera.
RispondiEliminaBrava Elena.
L.I.
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EliminaSempre gentilissima, Lucia! Grazie!
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